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Come inserire delle galline di allevamento intensivo al nostro gruppo già esistente

Caroline Quin selfie con galline

Caramel Quin e i suoi figli allevano galline in cortile a Londra est. Questo è il loro giornale di bordo di come hanno inserito delle galline di allevamento intensivo alle galline che già avevano.

Abbiamo iniziato con due galline e un Eglu Cube. Un amico che aveva avuto delle galline per otto anni, doveva liberare il giardino e noi stavamo pensando da un po’ di tenerle e così le abbiamo adottate. Le abbiamo chiamate Buffy e Britney (Non intendo scusarmi per aver fatto il lavaggio del cervello ai miei due gemelli con la cultura pop degli anni novanta).

Questo è successo circa un anno fa. Buffy sta ancora benissimo mentre Britney è rimasta con noi solo per pochi mesi. Da allora ci siamo innamorati delle galline ed eravamo già in lista d’attesa per adottare galline da batteria tramite un’associazione benefica. Abbiamo affrettato le cose: Buffy aveva bisogno di compagnia o per lo meno ne avevamo bisogno noi.

Ci siamo presentati il giorno previsto per l’adozione e ne abbiamo salvate sei; le abbiamo portate a casa in due scatoloni di cartone. Erano in uno stato pietoso, scheletriche ed anemiche. Le loro creste erano pallide e flosce. Il cane, chiuso in casa, salivava con il muso schiacciato contro la finestra come in un cartone animato anche se avevano davvero poca carne attaccata. La gallina che aveva meno piume di tutte l’abbiamo soprannominata Necky e più che un uccello sembrava un dinosauro. La più audace l’abbiamo chiamata Dora L’Esploratrice dato che cercava ogni angolino e buchetto in giardino.

Un giardino! Era difficile credere che queste galline avessero mai razzolato all’aria aperta. Tutto era nuovo e per la prima volta potevano assecondare il loro comportamento naturale come raspare e beccare in cerca di vermi. Le abbiamo lasciate esplorare mentre Buffy le osservava dalla recinzione. Poi abbiamo fatto cambio e loro si sono messe a mangiare mentre lei scorrazzava libera. In seguito le abbiamo messe assieme nel recinto e le abbiamo osservate con emozione mentre una di loro saliva la scala e scopriva l’Eglu.

Un cane guarda le galline nel loro pollaio Eglu Cube e recinto della Omlet

La prima notte non sono riuscite a trovare tutte la strada per andare a dormire su, sulla scala. Una coppia è rimasta a razzolare sotto Eglu Cube, così sono andata nella recinzione e le ho messe a dormire. Da allora hanno capito subito dov’è casa e si fanno trovare a letto prima che Autodoor si chiudesse per tenerle al sicuro e al caldo.

Abbiamo lasciato loro tanto tempo per razzolare libere. Abbiamo anche raddoppiato il numero delle mangiatoie e dei beverini perché nessuna fosse bullizzata. La mangiatoia appesa si è rivelata la migliore soluzione perché tutte e sette potevano starci attorno. Per i primi tempi ho sostituito la lettiera con qualcosa di più morbido per farle stare più comode e ho acquistato anche del cibo in polvere perché erano abituate così nella loro vita precedente.

Il secondo giorno abbiamo trovato delle uova abbandonate a caso nel giardino tra cui uno nel bagno di sabbia. Nel giro di una settimana hanno tutte imparato dove era il box per andare a deporre. Non avendo mai avuto più di due uova al giorno, è stata un’emozione trovarne cinque o sei (e in una giornata memorabile, sette). Le Ex-galline da batteria sono delle buone produttrici di uova, d’altro canto sono state cresciute a quello scopo.

Il secondo giorno, ricordo che sono andate fuori di testa per via della pioggia: non avevano mai provato questi proiettili d’acqua che vengono dal cielo. Un altro momento di panico è stato quando ho lanciato una manciata di pomodori maturi nel recinto e loro sono fuggite via come se avessi gettato una granata.

Gli atti di bullismo non sono stati così evidenti come mi sarei aspettata. Buffy era in inferiorità numerica 6:1 rispetto alle nuove arrivate che sono state battezzate Willow, Betty, Mercury, Dora, Chirpy da Hen e Mango Buckbeak. (Elenco in ordine d’età rispetto al membro della famiglia che le ha battezzate.) Le abbiamo dotate di anelli colorati alle zampe, prima che diventasse difficile riconoscerle una volta ricresciute le penne anche se molto lentamente, dato che le abbiamo adottate in aprile. Se le si adotta invece in inverno le penne crescono più rapidamente perché si devono scaldare.

Chirpy e Mango erano quelle con meno penne e molte beccate via ma abbiamo lasciato loro molto tempo per pascolare libere così che le galline più grosse potessero andare in giardino mentre loro mangiavano. Poco a poco le beccate cattive si sono trasformate in leggere beccatine tra tutte le galline per la pulizia delle penne dopo il bagno di sabbia.

Sette mesi dopo, abbiamo ancora Buffy e quattro delle nuove ragazze. Willow e Mercury non ce l’hanno fatta: una è morta improvvisamente mentre l’altra è stata male per alcuni giorni. Abbiamo dovuto prenderci cura anche delle altre prima che recuperassero la salute: il mio porridge alla banana è famoso per riportare in vita le galline.

Le galline di Caramel Quin

La stella del pollaio è Chirpy da Hen, che sono pronta a scommettere vivrà più di tutte le altre. Forse sopravviverà anche a me. Alcuni mesi fa ci ha fatto prendere un bello spavento con una grossa sporgenza sul retro. L’abbiamo pulita ed esaminata e sembrava essere un tumore invece che un prolasso. L’abbiamo separata dalle altre per evitare che la beccassero. L’abbiamo nutrita con porridge di banana e le abbiamo somministrato antidolorifici. Nel giro di una settimana è migliorata fino a che non è scomparso del tutto e abbiamo potuto reinserirla con le altre galline. Adesso sta bene, anzi… è la migliore.

L’associazione di volontariato è cauta se si tratta di stimare le vita media delle ex galline da batteria. Quello che conta invece è che “le vostre galline per la prima volta nella vita hanno potuto sperimentare la gentilezza al di fuori del sistema commerciale e questo è più di quanto potessero immaginare”. Se pensate che gli animali possano insegnare qualcosa ai bambini sulla morte, allora prendete con voi delle galline che provengono dalle ex batterie. Sono divertenti, le uova deliziose ed è facile sapere che gli stiamo dando il meglio indipendentemente da quanto la loro vita sarà lunga o breve.

Le nostre si godono una splendida vita con la possibilità di girare libere ogni giorno. Mangiano bene e addirittura saltano per beccare le rose e le fucsie e non me ne preoccupo. Il cane si è ormai abituato alla loro presenza.

Il sogno che ho realizzato è di essere passata ad una recinzione Walk-in con copertura per la pioggia, che rappresenta un’ottima soluzione per me e per i miei animali. L’ho presa soprattutto perché così non devo più inginocchiarmi per entrare. Le ragazze hanno tanto spazio a disposizione e i bambini ed eventuali ospiti possono andare a vederle a piacimento.

Il prossimo anno probabilmente aggiungeremo altre galline ex- batteria. All’inizio le volevamo per le uova ma adesso è diverso: sono parte della famiglia… che per un fortunato caso fanno anche delle deliziose uova.

Dar da mangiare alle galline nel recinto Walk in della Omlet

Per avere ulteriori informazioni sulle ex galline da batteria consultate il sito ‘British Hen Welfare Trust’ per le prossime date di ricollocamento.

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This entry was posted in Galline on December 19th, 2019 by linnearask