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Quali sono le nuove regolamentazioni per l’influenza aviaria e quali sono gli uccelli che contagiano?

L’influenza degli uccelli, nota anche come influenza aviaria è nuovamente tornata alla cronaca e sono state imposte nuove restrizioni agli allevatori di galline. A questo punto è naturale chiedersi quali uccelli selvatici rappresentano il rischio maggiore.

Gli uccelli selvatici non sono l’origine primaria della diffusione della malattia ma possono fungere da serbatoi per il virus. La causa principale della diffusione nel mondo dell’influenza degli uccelli, sono le attività commerciali collegate all’avicoltura. Se avete solo poche galline, la maggior parte dei rischi si possono contenere facendo attenzione all’igiene e a proteggere la casa.

Influenza aviaria (influenza degli uccelli)

Come il nome suggerisce, il virus dell’influenza aviaria è una specie di influenza biologicamente adattata agli uccelli ospiti. L’influenza aviaria non è un virus specifico delle galline, avicoli e in teoria qualunque uccello, selvatico o domestico può essere infettato.

Influenza degli uccelli – buone e cattive notizie

In teoria qualunque specie di uccello selvatico può contrarre l’influenza. Si ritiene che gli uccelli acquatici come le oche, cigni e anatre siano i principali portatori della malattia a volte senza mostrare sintomi evidenti. Le galline che entrano in contatto con l’influenza aviaria saranno molto probabilmente contagiate.

Ma partiamo dalle buone notizie. Il rischio per la salute umana da parte di uccelli selvatici, inclusa l’influenza aviaria è molto basso. Nel 99.9% dei casi, gli esseri umani infettati dalla variante più virulenta H5N1 di influenza degli uccelli l’hanno contratta in allevamenti intensivi. La malattia non si trasmette con facilità da uomo a uomo e non ci sono stati casi di aviaria in esseri umani in Italia mentre sono stati riscontrati dei casi in allevamenti intensivi.

Allo stesso modo, le galline che vengono tenute in un recinto e soggette a classiche norme igieniche difficilmente contrarranno la malattia a meno che non viviate accanto ad una zona in cui si sono riscontrati dei casi.

E ora le cattive notizie… Se anche un solo animale è portatore di influenza aviaria, tutti dovranno essere soppressi.

 

Aviaria negli uccelli selvatici

La possibilità per un essere umano di contrarre l’influenza aviaria direttamente dagli uccelli in giardino è praticamente nulla. Ad ogni buon conto bisogna sempre mantenere delle precauzioni di base, soprattutto se avete delle galline. Tenete sempre le mangiatoie pulite per evitare accumuli di deiezioni. Lo sporco potrebbe intaccare la salute degli uccelli selvatici e abbassare le difese del sistema immunitario. Lavatevi sempre le mani dopo aver riempito o pulito le mangiatoie o dopo alcune situazioni che potrebbero avervi messo in contatto con le feci degli uccelli (dar da mangiare alle anatre al parco per esempio).

Gli uccelli selvatici malati o morti, non devono essere toccati. Se trovate un uccello morto non dovete fare alcuna segnalazione.

Come faccio a sapere se le galline hanno preso l’aviaria?

Le galline affette da aviaria, mostreranno vari sintomi. Potrebbero essere meno attive del solito, potrebbero aver perso l’appetito o mostrare segni di nervosismo. La produzione di uova diminuirà drasticamente e le creste potrebbero sembrare molli e decolorate. Altri sintomi dell’aviaria sono tosse, raffreddore e diarrea. Sfortunatamente molti di questi sintomi sono comuni ad altre malattie per cui rivolgetevi ad un veterinario per una diagnosi.

Ci possono volere 14 giorni perché l’influenza aviaria si manifesti e contagi tutto il gruppo di animali. Alcuni animali infetti potrebbero non mostrare sintomi anche se sono potenziali veicoli del virus. Altri invece possono ammalarsi e morire in breve tempo.

Come curare l’aviaria nelle galline

Sul sito del Ministero della Salute potete trovare altre informazioni. .

Vaccinare le galline che sono a rischio influenza aviaria è l’unico metodo di prevenzione. Se l’influenza infetta le galline, l’unica soluzione è l’abbattimento di tutti i capi.

Se volete aggiornamenti Normativa nazionale:

“Tutti i proprietari di uccelli (sia che abbiate degli uccellini, che alleviate galline per commercio o solo poche bestie in giardino) devono tenere d’occhio gli animali e al minimo sintomo contattare immediatamente il veterinario.”

Fondamentalmente ci sono due regole

  • Dar da mangiare agli uccellini selvatici in giardino è consentito
  • Delle semplici precauzioni e un buon grado di igiene minimizzano i rischi

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This entry was posted in Galline on February 5th, 2021 by emmaibadioune


La demenza negli animali da compagnia

La demenza non è una condizione esclusivamente umana. Molti animali domestici in là con l’età soffrono di una condizione chiamata Sindrome da Disfunzione Cognitiva (CDS) e gli effetti sono spesso subdoli.

Foto di Pacto Visual su Unsplash

Il problema diventa evidente quando ci sono dei mutamenti nel comportamento dell’animale. Ad esempio un cane potrebbe non rispondere più alla vostra voce oppure rimanere immobile con la coda bassa e un’aria ansiosa. I gatti potrebbero ‘sparire’ per diverse ore o anche giorni e in generale gli animali con questo problema potrebbero sembrare improvvisamente incerti, a volte impauriti oppure fuggono via.

Che cosa è la demenza negli animali?

Come per gli esseri umani, la demenza nei pet provoca problemi alla memoria, portando a confusione, disorientamento e ansia. Le cause sono le stesse che provocano l’Alzheimer e altri tipi di demenza. Sostanze proteiche distruttrici si formano nel cervello e causano l’interruzione delle connessioni cerebrali. L’accumulo di placche è un’altra causa, dato che è un aumento di fosforo.

In quali animali si può riscontrare la demenza?

Two pups bolster

Gatti e cani sono le vittime più comuni del CDS, anche se altri mammiferi come i conigli, porcellini d’india

e furetti possono manifestare sintomi simili. Mammiferi con un’aspettativa di vita più corta come i criceti e i gerbilli non sono affetti da demenza.

Gli animali con una lunga vita come i pappagalli, stranamente di solito non mostrano sintomi di demenza. Alcune ricerche hanno mostrato che l’assenza di demenza è legata ad un gene noto come GSK, che si trova nella maggior parte degli animali (e anche nelle piante). Questo gene causa l’accumulo di fosforo nel cervello e questo ha un influsso su una proteina chiamata tau, che è la causa scatenante dei sintomi della demenza.

Quali sono gli indizi di demenza negli animali?

La maggior parte degli animali sono stoici e non mostrano segni di disagio ma il CDS è una questione diversa e fa cadere le difese naturali e potrete notare i segnali spia.

Questi sono alcuni dei sintomi della demenza negli animali.

  • Confusione. Durante una qualsiasi attività quotidiana come ad esempio una passeggiata o mentre va da una stanza all’altra, potrebbe improvvisamente trovarsi indeciso oppure cercare un posto dove rifugiarsi senza alcuna ragione apparente. Altri sintomi includono il ringhiare, inarcare il dorso o tremare.
  • Disorientamento. Il cane o il gatto potrebbero diventare ansiosi oppure bloccarsi in un luogo a loro familiare – anche dentro casa dove passano la maggior parte del tempo. Dimenticano temporariamente dove si trovano e potrebbero sentirsi intrappolati e il loro comportamento corporeo – o i suoni – ve lo espliciteranno.
  • ‘Incidenti’ in casa. Gli animali con CDS potrebbero dimenticare improvvisamente che non bisogna fare i bisogni in casa. Questo è collegato al disorientamento e alla confusione piuttosto che al mancato controllo delle funzioni fisiche. Potrebbero svegliarsi nel bel mezzo della notte pensando che è ora di alzarsi e di fare la solita passeggiata mattutina. I gatti potrebbero dimenticare la posizione della lettiera o dello sportellino per uscire.
  • Strani comportamenti nel dormire. Un cambiamento nelle abitudini del dormire può essere una spia di CDS. I cani a volte diventano irrequieti la notte oppure potrebbero dormire fuori dalla cuccia o dai loro posti abituali. I gatti che vivono all’aperto potrebbero decidere di restare a casa a dormire invece di fare le loro passeggiate notturne sui tetti oppure essere inquieti durante il giorno quando invece dormono serenamente.
  • Cambiamenti nella personalità. Qualunque grosso cambiamento nel comportamento di un animale anziano può essere un sintomo precoce di CDS. Un animale estroverso può diventare scontroso mentre un animale tranquillo può diventare aggressivo. Gli animali possono anche dimenticare temporaneamente chi sono i membri della famiglia oppure trattare gli altri animali di casa con sospetto.
  • Perdita di memoria. Questo classico sintomo della demenza è spesso uno dei primi segnali di CDS in un animale. Smetteranno di rispondere ai comandi e potrebbero avere difficoltà ad eseguire compiti che hanno sempre portato a termine con facilità come fare le scale o trovare la strada più veloce per tornare a casa.
  • Mancanza di energie. Anche se possono esserci delle motivazioni fisiche per un’improvvisa ‘svogliatezza’,è anche uno dei sintomi di demenza. Oltre a non essere attivi come prima, un animale malato può camminare avanti e indietro senza sosta come se fosse in gabbia oppure restare immobile guardando nel vuoto.
  • Cambio di vocalizzi. Un animale tranquillo può iniziare a fare tanto rumore oppure un abbaiatore seriale può diventare improvvisamente silenzioso. Potrebbero aumentare gli abbai e i miagolii nella notte.
  • Cambio nell’appetito. Può andare in entrambe i sensi – un animale con CDS può diventare vorace oppure potrebbe smettere di mangiare e diventare svogliato.
Dog exercise

Foto di Nick Fewings su Unsplash

Come curare la demenza?

Attualmente non c’è cura per la demenza ma ci sono dei farmaci che possono ridurre i sintomi e anche rallentare il progredire della malattia. Queste cure sono prescrivibili solo dal veterinario per cui se avete il sospetto che l’animale sia affetto da CDS andate a fare una visita.

Come sempre, la prevenzione è la miglior cura e mantenendo l’animale attivo con giochi ed esercizi, aiuterete corpo e anche mente. Anche la dieta gioca un ruolo fondamentale come l’esercizio per cui date loro cibo sano evitando o riducendo gli spuntini poco salutari. Degli integratori a base di omega-3 e olio di pesce sono ottimi.

Una volta che CDS ha iniziato a manifestarsi, ci sono ancora delle strategie da mettere in campo per migliorare la vita degli animali.

  • Non fate modifiche inutili all’ambiente in cui passano la maggior parte del tempo. Lasciate i mobili dove sono e non spostate le cucce o i cestini.
  • Mantenete sempre la calma. Se sgriderete un cane o un gatto che ha sporcato in terra, l’unico risultato che otterrete è che i loro livelli di ansia schizzeranno alle stelle.
  • ‘Lasciate correre’ e se li vedete disorientati, chiamateli per farvi seguire in una stanza o per tornare a casa. Portate sempre con voi il guinzaglio se siete in passeggiata con il cane.
  • Non smettete mai di interagire con l’animale anche se sembra aver dimenticato alcuni membri della famiglia.
  • Fate dei giochi che aiutino a mantenere il cervello attivo, come l’addestramento (se riescono) o dei puzzle game.
  • Provate a re-insegnargli il seduto, il resta e a venire quando lo chiamate – e provate anche a fargli ricordare la routine dei bisogni, se possibile!

Se il veterinario prescrive delle medicine e un cambio nella dieta, seguite alla lettera le nuove disposizioni. Medicine e integratori possono fare una grande differenza. Anche se la demenza modifica la vita degli animali, questo non vuole necessariamente dire che non possono godersi la vita. Pensatela più come ad un’eccentricità piuttosto che ad un disastro e continuate a trascorrere dei bei momenti con loro.

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This entry was posted in Animali da compagnia on February 5th, 2021 by emmaibadioune